Beleolico, Taranto: inaugurato il primo parco marino eolico d'Italia
Turbine cinesi, costriuto da ditta olandese, gestito dagli italiani, dara' energia a 21,000 case.
Il campo si chiama Beleolico: la prima turbina e’ stata “accesa” a Febbraio ed oggi finalmente tutto l’impianto e’ in funzione. Siamo di fronte al porto di Taranto e ci sono voluti… 14 anni!
La ditta che ha costruito questo campo eolico e’ l’olandese Van Oord MPI Offshore, le turbine sono state fatte in Cina, e il gestore sara’ la ditta italiana Renexia SpA.
Il campo tarantino ha una capacita’ totale di 30 MW e fornira’ 58 MWh l’anno, quanto basta per alimentare 21,000 case. Il 10% della produzione andra’ ad alimentare il porto di Taranto. Per ora la tecnologia e’ di ancorare le turbine al suolo marino, ma ci sono altri progetti di usare turbine galleggianti per altre localita’ del Mediterraneo (Grecia, Spagna, Francia), specie dove i fondali sono piu’ profondi. In questo i paesi del Nord Europa sono avvantaggiati perche’ la profondità media delle acque nel Mediterraneo e’ maggiore che nei mari del nord.
La ditta nazionale italiana di produzione di energia eolica, la ANEV ha l’obiettivo di 5GW di campi eolici galleggianti entro il 2040.
E adesso che i giochi sono fatti, la domanda sicuramente che in molti si faranno e’: Sono brutte? Sono belle queste pale eoliche?
In realta’ la domanda vera e’: sono utili?
L'Italia e’ un forte consumatore di gas: circa il 42% del nostro consumo energetico e’ dal metano ed affini. Questo metano, per quanto si osannino le trivelle nostrane, e’ quasi tutto importato dall’estero, Algeria, Azerbaijan, Russia. Anzi la Russia fornisce la meta’ del gas che importiamo dall’estero. La meta’.
E’ evidente che occorre cambiare pagina e che dobbiamo davvero usare tutto il sole ed il vento che abbiamo in questa nazione, e che il parco di Taranto e’ un passo verso questa autonomia energetica nazionale e che danneggera’ l’ambiente il meno possibile.
Io non ci sono andata a Taranto a vedere Beleolico e non ho potuto osservare le turbine con i miei occhi.
So pero’ da viaggi passati che Taranto e’ una citta’ splendida, e che ancora piu’ bella e’ la sua gente (o almeno le persone che ho incontrato io e che ricordo con affetto, sia dal lavoro che dall’attivismo). Una citta’ che non meritava l’ILVA e che l’immaginario collettivo di Taranto = morte siderurgica seppur vero per molti versi e’ ingiusto ed una macchia per l’eternita’ per la famiglia Riva. Una scelta malsana 60 anni fa che ancora oggi fa soffrire la citta’.
E dunque, non essendoci andata, non so cosa dire di come possa apparire il mare all’orizzonte, anche se tutte le turbine che abbia mai visto, in California o in Abruzzo le ho sempre trovate affascinanti e simbolo di un futuro oil-free.
Spero quindi che il tutto venga gestito con trasparenza, senza corruzione all’italiana e che come primo obiettivo ci sia il bene di Taranto e dei tarantini, oltre che dell’ambiente.
E chissa’ che non sia questo un primo passo per una citta’ che da simbolo della siderurgia rossa dell’ILVA, aspiri a diventare simbolo di una Italia decarbonizzata e verde.