Caring for your coast
Occorre che tutti facciamo la nostra parte, contro i cambiamenti climatici, contro le fossili e per una Italia piu' sana, piu' bella.
Io non volevo continuare a fare questo lavoro.
Qualcuno che leggera’ queste righe sapra’ la mia storia, altri non mi avranno mai sentita nominare, altri ancora avranno gia’ le lame affilate per dire cose poco carine. Ma visto che e’ il primo post su una piattaforma nuova, credo sia importante dare un po di informazioni su chi scrive questi testi, cosa vuole, chi e’.
I miei nonni erano tutti contadini d’Abruzzo, gente semplice e concreta, diventati adulti sotto la guerra e a cui la vita non ha regalato tanto. Come molti di quell’epoca, si sono dovuti accorciare le maniche per sopravvivere alla fame, alle bombe, alla dittatura. La linea Gustav gli passava dietro casa.
Sono figlia di emigranti a New York, tanto luccicante quanto difficile da vivere negli anni ‘70.
Ho vissuto un po’ qua un po’ la e non so mai se definirmi italiana o americana o un ibrido. A volte sono tutt’e tre le cose, altre volte sono straniera ovunque vada.
Sono un professore universitario a Los Angeles; vivo qui da piu’ di 20 anni. Mi piacciono la storia, la fotografia, il cinema, l’architettura, Dante e Leonardo, e vorrei avere piu’ tempo da dedicare a queste cose.
Ho viaggiato tanto, e imparato tanto, e letto tanto.
Sono sempre stata curiosa di tutto. Ho avuto una vita bella e interessante, tutto sommato ma non dimentico da dove vengo, o almeno cerco sempre di ricordarmelo.
Sono mille volte grata ai miei genitori per avermi dato valori antichi pur sforzandosi di essere aperti alla societa’ che cambia.
Non sopporto l’ingiustizia, la falsita’, e scappo sempre da situazioni in cui fiuto insincerita’.
Nel 2007 l’ENI si presento’ a trivellare nei campi d’Abruzzo, campi non dissimili da quelli dove trascorsi la mia infanzia negli anni ‘80.
Tante volte mi e’ stato chiesto perche’ mi sia messa a fare l’attivista anti-ENI e la risposta e’ che non lo so. Non c’e’ mai stato un disegno dietro. Un giorno mi hanno detto che l’ENI voleva trivellare ad Ortona e io volevo solo fare la mia parte.
Volevo non riguardarmi indietro a distanza di anni e scoprire di essere stata complice nel silenzio e nel non fare nulla mentre l’ENI e i suoi compari trivellavano, costruivano raffinerie, e oleodotti in tutto l’Abruzzo.
La storia questo insegna, no? Che il male trionfa perche’ nessuno osa opporsi. E in questo caso il male era l’ENI, e non c’erano dubbi. Che facessi qualcosa di maestoso o minuscolo, non era importante. Il punto era di fare qualcosa di concreto usando quello che ero e che avevo mentre si era ancora in tempo.
Gli anni dal 2007 al 2019 corrono nella mia mente come un lampo. Tante ne ho fatte, tante ne ho vissute. Il Centro di Oli di Ortona, Ombrina Mare, osservazioni, convegni, dibattiti, viaggi in giro per tutto l’Abruzzo e per tutta l’Italia - Viggiano, Este, Carpignano Sesia, il Curone, Arborea, Chioggia, Taranto, Mirandola, Pantelleria, Ravenna, Monopoli, Pavia, il parlamento di Bruxelles, e mille altri posti. Non ricordo i dettagli di tutti gli eventi, ma tengo ben stretti all’anima i sorrisi, le strette di mano, e la complicita’ con tutte le persone belle che ho incontrato. Spero di essere stata semplice, e utile, e un piccolo strumento di pace.
Alcune battaglie le abbiamo perse, ma molte di piu’ le abbiamo vinte.
Non avrei mai immaginato di avere dentro di me cosi tanto di qualcosa che si assomiglia al coraggio, e alla perseveranza nell’inseguire un ideale. Quale? Che all’Italia fosse risparmiato per quanto possibile di diventare un mega campo petrolifero. E’ stato davvero un privilegio avere potuto spendere parte di me in qualcosa di piu’ grande di me, qualcosa che (spero) resti. Tutto questo ha avuto un grande costo personale, ma ha dato un senso nobile al mio essere persona di scienza, perche’ era a servizio della collettivita’.
Nel 2019 era arrivato il tempo di guardare oltre.
Di ambiente parlavano tutti, il ministro Sergio Costa aveva portato avanti moratorie anti-petrolio di vario genere. Ero stanca, ed invece di avere trenta-qualcosa anni mi sono accorta che ne avevo quaranta-qualcosa e che dopo dodici anni potevo sentirmi soddisfatta.
E poi arriva Cingolani. Niente di meno a fare il Ministro della Transizione Ecologica.
Che parolone!
Ancora non capisco da dove arrivi e chi ce l’abbia messo li. Cioe’ so tutta la real-politik, ma allo stesso tempo mi chiedo perche’ tutto il disastro climatico e le belle parole degli accordi di Parigi non siano stati tali da superare la real-politik.
Perche’ e’ evidente che questo e’ un Ministro del Petrolio. Tutto quello che approva a firma e’ fatto in favore del petrolio e dell’ENI, e non per la transizione ecologica, e tantomeno per l’ambiente.
Cingolani e’ come il Gattopardo, cambiare tutto per non cambiare niente.
Ho capito subito che quest’uomo non sarebbe stata cosa buona per l’Italia. Non ne avevo mai sentito parlare per temi ambientali che per me significa che i suoi interessi primari sono altri. E che dunque sarebbe stato facile per quelli della real-politik manovrarlo a piacimento.
E infatti sono iniziate a piovere varie assurdita’.
Permessi petroliferi semi-congelati sotto Sergio Costa che risorgono, l’idea che “ci serve il gas per fare la transizione”, proroghe a permessi che sarebbe invece stato facile bocciare, il nucleare che resuscita sottoforma di quarta (o quarantesima?) generazione e addiritutta le trivelle sostenibili!
Si fa ridere.
Finora il Ministero della Transizione Ecologica, che io sappia, ha approvato tutto quello che di antico gli e’ capitato sottomano. E Roberto Cingolani non e’ solo. Lo accompagna l’eroico Dario Franceschini, Ministro della Cultura che approva pure lui tutto quello che capita.
E torniamo alla prima riga di questo post.
Non volevo continuare a fare questo lavoro.
E’ stancante, ci vuole impegno quotidiano. Devi ingoiare tante scorrettezze, non solo da parte di politici e petrolieri, ma spesso anche da parte di gente che pensa di potersene approfittare del fatto che non vivo in Italia.
Pero’ leggere e vedere l’operato di questo duetto pone una sorta di dovere morale. Tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Non lo so come e quando si svolgera’ lo scrivere di questo blog. Chissa’, magari mi stanchero’ prima del previsto.
Per ora siate gentili, se usate queste cose ricordate di citare, di farmelo sapere, di non dare per scontato che qui dietro c’e’ una persona vera, con dei sentimenti, e con mille altri interessi.
Sono molto di piu’ della signora del petrolio.
La cosa piu importante di tutte e’ che se qualcuno ha del tempo libero e voglia di lavorare con me, ma in buona fede e senza pensare a carriere politiche e vanagloria (eh, quanti ne ho incontrati in questi 14 anni!) mi contatti, che cerchiamo di fare le cose assieme.
Sono una persona libera, e questo non cambiera’ mai.
MR