Nigeria: "Da quando l'ENI ha piazzato qui il suo oleodotto nel 1974 nessuno di noi ci ha guadagnato nulla"
Dopo l'ennesimo incidente lungo l'oleodotto Tebidaba/Brass Agip Trunk Line la comunita' Lasukugbene chiede che l'oleodotto venga rimosso ora e per sempre.
‘’Agip should come and remove their pipeline from our environment as we cannot continue to have only the negative impacts from their presence in our environment.”
‘’Agip should remove their facilities in our environment; we are not benefiting in any way from these oil facilities apart from the negative impacts of oil spills. This Tebidaba/Brass pipeline was laid in 1974 and it has not been replaced by Agip since then. We don’t benefit even as mere clearing of the pipeline or surveillance contract; not to talk about scholarship for our children of amenities like water and light’’
“Agip, as our tenant, has not been treating us well.”
Voci nigeriane, dopo 48 anni di ENI
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Comunita’ Lasukugbene, Stato del Bayelsa, Nigeria.
Inizio delle perdite: 3 Febbraio 2022.
Mostro in questione: Nigerian Agip Oil Company (NAOC), cioe’ l’ENI della Nigeria.
Fine delle perdite: 18 Marzo 2022.
Un mese e mezzo di petrol-monnezza riversata nell’ambiente.
Perche’ la stampa italiana non ne ha parlato neanche per niente?
Un mese e mezzo.
L’ENI siamo noi italiani.
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Assieme alla Shell, quelli della NAOC-Agip-ENI gestiscono pozzi, oleodotti, raffinerie, tubi di qua’ e di la’ nella Nigeria e in particolare nello stato del Bayelsa e dell’Ogoniland.
La gente si lamenta dei disastri ENI da decenni, specie dall’oleodotto della morte chiamato Tebidaba/Brass Agip Trunk Line. Un oleodotto che ha 48 anni, che e’ lungo 92 chilometri, che trasporta circa 47mila barili al giorno e che ha ricevuto pochissima manutenzione in tutto questo tempo.
Anzi, i capi delle tribu’ locali dicono che da che l’ENI ha piazzato il suo oleodotto nella loro comunita’ nel lontano 1974 nessuno dei residenti ha tratto vantaggio alcuno dalla loro presenza nell’area.
Gli avevano promesso corrente, scuole, acqua pulita.
Hanno ricevuto pesci morti.
C’e’ la parola Agip nel nome dell’oledotto per cui non possono dire di non saperne niente.
E veniamo al giorno 3 Febbraio 2022.
E’ questo il giorno in cui i residenti per la prima volta notano le ennesime perdite di petrolio nel nelle mangrovie mezze morte dall’oledotto maledetto. Siamo nei pressi del fiume Nun che e’ un vitale centro per la pesca per la comunita’ Lasukugbene.
Non e’ la prima volta che ci sono queste perdite, e come tutte le altre volte, l’ENI non ha nulla da dire di sua spontanea volonta’.
La gente di Lasukugbene informa l’ENI e pure il ministro dell’ambiente dello stato del Bayelsa.
Ma nessuno fa niente.
Il giorno 14 Febbraio 2022, dieci giorni dopo l’inizio delle perdite, i volontari di Friends of the Earth Nigeria (che sono ben altra cosa che Friends of the Earth Italy!) ne vengono a sapere ed il giorno 16 Febbraio 2022 mandano personale a documentare lo scempio.
E scempio e’.
C’e fanghiglia nera, liquami non identificati che vengono rilasciati nell’ambiente e tutt’attorno landa desolata. Scene di ordinaria disperazione nigeriana.
Hanno poi scritto una lettera aperta a mo’ di SOS dove dicono
Lasukugbene community is on the verge extinction due to the severe oil spillage which occurred on the Tebidaba/Brass Agip Trunk Line
I residenti vogliono che l’ENI tolga questo benedetto oleodotto dalle loro comunita’ perche’ non ne possono piu’ del petrol-assalto alle loro vite.
A un certo punto, finalmente, l’ENI arriva per cercare di far qualcosa.
Ma e’ passato quasi un mese e l’oleodotto continua a perdere.
L’ENI non arriva sola, ma con… i militari (!!) e assieme vanno alla ricerca del punto di impatto.
Dicono che non riescono a trovare nulla.
Fantozzi nella foresta.
Finalmente hanno la brillante idea invece che di farsi guidare dai militari di interpellare i locali che gli dicono esattamente dove si trova questa perdita.
Ma va!
Trovano la falla il giorno 5 Marzo 2022.
L’ENI cerca di far passare il messaggio che sono stati fantomatici “sabotatori”.
Con i militari e tutta la fanfare possibili iniziano a scavare e viene fuori che le perdite venivano dalla parte inferiore dell’oleodotto.
La tesi dei sabotatori non stava piu’ in piedi e anzi viene accertato che si tratta proprio di problemi di infrastruttura vecchia e malandata.
La stampa nigeriana dice che sono riusciti a rattoppare tutto il giorno 18 Marzo 2022. Hanno riempito lo scavo con lo stesso terriccio originale estratto, intriso di petrolio.
Sai che bel lavoro. Un mese e mezzo di perdite e poi ci rimettono il terriccio intriso di petrolio.
Ma c’e’ di piu’. Qualcuno gli dice a quelli dell’ENI che non lontano, a 300 metri, c’e’ un altra perdita lungo lo stesso oleodotto, ma quelli dell’ENI non ne vogliono sapere.
Neanche ci vanno a vedere. Dicono che non hanno tempo e tanti saluti.
La perdita e’ stata lasciata al suo destino a piacimento dell’ENI.
In Italia nessuno ha letto e nessuno ha saputo.
Alla fine, la seconda falla e’ stata riparata il gionro 21 Marzo 2022, cioe’ sedici giorni dopo che le perdite sono state rese note all’ENI.
Il giorno 28 Marzo 2022 l’ENI rilascia un comunicato dove dicono che certo, la perdita e’ stata notata il giorno 5 Marzo, ma che c’e’ voluto cosi tanto tempo per riparare l’oleodotto e condurre investigazioni, perche’ … gli e’ stato impedito dalle comunita’ locali!!
Che figli di.
Io ho trovato queste storie un po per caso, e cerco di raccontarle al meglio che posso, ma ce ne sono a bizzeffe ed e’ veramente brutto che ENI e compari vadano avanti in Nigeria per cosi tanto tempo senza che l’opinione pubblica italiana ne sappia niente.
Alla fine, al 30% quelli dell’ENI siamo noi.