Otto stati aderiscono a "BOGA" per la fine di ogni petrol-concessione. E l'Italia? E Draghi? E Cingolani?
"Beyond Oil + Gas Alliance" include Irlanda, Costa Rica, Danimarca, Francia, Quebec, Groenlandia, Svezia, Wales. L'Italia, che approva trivelle, sara' una "amica".
Eccoci qui. Non bisogna mai avere troppa fiducia nei politici di qualsiasi parte del mondo essi siano, e questi mega-incontri (si, parlo di Glasgow!) sono spesso solo foglie di fico per far finta di fare, ma per fare poi niente nella realta’ .
Ad ogni modo e’ significativo che sul finire della COP26 di Glasgow, la Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, un gruppo di sei nazioni si sia aggiunta a BOGA, che sta per Beyond Oil and Gas Alliance. Questa BOGA fu creata nell’estate del 2021 da due paesi fondatori: Costa Rica e Danimarca e si propone di ELIMINARE completamente ogni nuova petrol-concessione che non sia stata ancora assegnata.
Sarebbe bellissimo, no? Niente piu’ permessi di ricerca, di estrazione, di prolungamento. Quel che e’ stato dato in passato ce lo teniamo, ma da oggi in poi, fine. Anzi vogliono pure accellerare con la dismissione delle concessioni esistenti.
Pare una utopia, e infatti lo e’. Basti solo pensare che nei trattati finali degli accordi di Parigi del 2015 le fonti fossili non sono nemmeno state menzionate, troppi erano i disaccordi e gli intrighi politici.
Pero’ a differenza di una utopia senza speranze, BOGA e’ fatta da governi ufficiali (non gli attivisti!) che si propongono davvero di smetterla con il petrolio. Questi non vogliono “decarbonizzare”, “limitare”, o “vedere come va”, vogliono proprio chiudere con le trivelle, future e presenti e lo dicono.
Le altre nazioni che si sono aggiunte a BOGA durnate il COP26 sono Irlanda, Francia, Quebec, Groenlandia, Svezia, Wales.
Alcuni di questi paesi hanno gia’ fatto tanti progressi sul no-trivelle ed essere parte di BOGA era solo un passo naturale: l’Irlanda ha gia’ varato leggi per non trivellare piu’ da nessuna parte ne’ in mare ne’ in terraferma e questo sia per gli idrocarburi convenzionali che per il fracking. Non esistono piu’ iter burocratici nemmeno per poter presentare istanze di ricerca in Irlanda!
Siamo lontani anni luce da quando l’ormai defunta Petroceltic, con sede a Dublino voleva venire a trivellare in Abruzzo.
Stessa cosa per la Nuova Zelanda, per il Quebec, per la Francia.
Ora un sacco di gente dira’: eh ma queste sono nazioni che se lo possono permettere, che hanno il nucleare, il vento, sono piccole, e altri blabla.
Non e’ cosi. Tutti hanno qualcosa da perderci se la guardiamo dal lato del vile denaro. La Danimarca e la Groenlandia (che e’ un territorio autonomo della Danimarca) ci perderanno economicamente. Basti solo pensare che dai Mari del Nord la Danimarca ha tirato fuori circa $88 miliardi di dollari dal 1972 ad oggi. Hanno aderito a BOGA lo stesso, per dare l’esempio, perche’ tutti sappiamo che se davvero dobbiamo arrivare a limitare i cambiamenti climatici la prima da cosa da fare e’ di dire ciao alle fossili. E non ci sono storie.
Resta solo da chiedersi: e l’Italia?
E Cingolani? E Draghi?
Il nostro paese ha dichiarato di volere essere una “amica” di BOGA!
Ma .. che significa essere amica? Che restiamo a guardare? Che nel frattempo trivelliamo ma in modo sostenibile? Che siamo qui per sceneggiatura?
Pare quell’armiamoci e partite di Toto’!
Sono posizioni assurde. Siamo amici di BOGA ma nel frattempo Cingolani e Draghi continuano ad approvare nuove trivelle e nuove centrali a gas, in giro per tutto lo stivale.
Non e’ difficile capire a che gioco giocano Cingolani e Draghi. Annebbiati dalle loro petrol-amicizie con l’ENI giocano al gioco del far finta, al gioco del Gattopardo, al gioco della piccolezza.
Ma la storia sara’ galant-donna (si puo’ dire?) e un giorno questi due, che potevano ma non hanno avuto il coraggio, finiranno all’oblio a far compagnia a quelli del canto III “che mai non fur vivi".